olio denso che esce da un vasetto di vetro e cade su una superficieLa pittura ad olio è una tecnica pittorica che si adatta all'applicazione su diversi supporti, tra i più privilegiati nel Quattrocento vi fu la tavola lignea. La tecnica della pittura ad olio e la tecnica della pittura a tempera continuarono a convivere assieme ma la seconda andò gradualmente in declino (senza andare mai in completo disuso).

La pittura ad olio non usa come mezzo disperdente il tradizionale tuorlo o albume d'uovo (che si usa per la tempera), ma usa come mezzo disperdente l'olio di papavero oppure l'olio di noce altrimenti l'olio di lino (cotto o crudo).Convenzionalmente si attribuisce l'invenzione della pittura ad olio al pittore fiammingo Jan Van Eyck (1390 ca.). Giorgio Vasari nei suoi scritti lo cita come inventore di questa tecnica che si è mantenuta inalterata dal Rinascimento ad oggi.

In modo più realistico potremmo considerare Van Eyck come personaggio chiave per la diffusione della tecnica ma, non come l'inventore assoluto. La tecnica della pittura ad olio è già menzionata nei testi di Plinio il Vecchio, Cennino Cennini ed è anche evidenziabile facendo un'analisi scientifica dei dipinti di alcuni artisti precedenti al Quattrocento.

La pittura ad olio dal Quattrocento viene impiegata anche in Italia e si ritiene che sia merito di Antonello da Messina se questa tecnica si diffuse nella nostra penisola. I benefici tecnici della nuova tecnica pittorica sono confacenti alle novità stilistiche a cui miravano gli artisti del Quattrocento. Il vantaggio dell'utilizzo dell'olio come legante si cela nella caratteristica stessa del liquido: fluido e resistente, si asciuga ed indurisce con lentezza.

La grande novità per i pittori fu la possibilità di stendere strati pittorici sovrapposti che garantiscono trasparenza e lasciano intravedere lo strato pittorico sottostante, questa possibilità pittorica è detta velatura.Attraverso la trasparenza delle velature i soggetti sembrano essere investiti da luce avvolgente e compenetrante. 

In Italia, la pittura ad olio su tavola fu iniziata da Antonello da Messina che stendeva la propria pittura su uno strato di gesso a cui stendeva una mano di olio di lino cotto, su questo ultimo strato dipingeva la scena, lasciando asciugare poi la tavoletta lignea. Il dipinto veniva poi completato con altre pennellate di colore diluito con essenza di trementina.

I pigmenti colorati, di origine animale, minerale o vegetale, venivano macinati e impastati con olio e un'aggiunta a caldo di resine. La diversa percentuale dei componenti nell'impasto permette al pittore di ottenere un'impasto dall'essiccatura più o meno rapida. I colori possono essere anche sciolti con un diluente in modo da aumentarne la fluidità e la trasparenza.

La protezione che la pittura ad olio offre ai pigmenti inorganici è una caratteristica assai rara, infatti, attraverso lo strato resistente che si crea dopo l'asciugatura il pigmento viene protetto da un film duraturo e stabile. Il dipinto, attraverso l'olio come mezzo disperdente, è protetto dall'attacco dagli agenti esterni.

La pittura ad olio protegge il pigmento, anche quello di origine organica, ed è per questo che si può finalmente favorire la diffusione delle lacche come pigmenti d'uso comune per la pittura ad olio.

Le lacche hanno spesso tonalità di colore rosso, si tratta molte volte di pigmenti organici ricavati da coloranti naturali che non hanno una buona resistenza alla luce ma possiedono proprietà di trasparenza (importante per la stesura delle velature) e vivacità cromatica. Alcune lacche di colore rosso di origine organica sono: il rosso di cocciniglia, rosso di Kermes, sangue di drago. La lacca di garanza, tra tutte le lacche rosse è l'unica che garantisce anche resistenza e stabilità all'esposizione luminosa.

In quale tecnica è importante scegliere bene tra olio di lino cotto e olio di lino crudo?